lunedì 1 agosto 2011

L'infelice epopea di una laureanda in museologia

Oggi ho deciso di affrontare lo spauracchio, era ora direte voi!
Ormai sapete tutto delle mie catastrofiche relazioni, ma non conoscete affatto ciò che faccio nella vita, e non va bene.
Complice la pubblicazione del nuovo calendario accademico e dell'offerta formativa per ottobre ho deciso di raccontarvi un po' cosa mi fa girare le palle con cadenza oraria quasi più dei maschi che incontro sul mio cammino (e che dovrei iniziare a evitare come si fa con le cacche sui marciapiedi): la mia professoressa.
Cioè quella pazza schizzata con cui ormai 3 anni fa ho iniziato a lavorare a una tesi triennale che nel frattempo è diventata, a mia insaputa, una tesi di dottorato.
No, non è che appena la consegno mi abbuonano la magistrale e anche il dottorato.
Magari!
E' che tutta la gente con cui ne parlo mi guarda sbaccalita e mi dice "ma perché stai facendo una tesi del genere? è da dottorato, non è un po' esagerato?"
Bella domanda. Già perché?
La risposta non esiste. N.P.

Vi risparmio l'argomento perché è noioso per chiunque, vi basti sapere che riguarda una mostra molto vecchia, i Savoia (anatema su tutti i loro eredi e discendenti) e quadri in parte dispersi che in pieno stile Indiana Jones sto cercando di recuperare, ma niente. Chissà chi se li è intascati!

Quando ho chiesto la tesi, o meglio, quando lei mi ha chiesto se volevo fare la tesi con lei dopo i brillanti risultati degli esami, ero al settimo cielo ovviamente, facevo il secondo anno, ero piena di entusiasmo e passione e non vedevo l'ora di iniziare a lavorare un po' "sul campo".
Questo stato di coma cerebrale è durato un paio d'anni. Poi mi sono resa conto che forse era il caso di aprire gli occhietti, spostando con la manina i prosciuttoni che nel frattempo si erano depositati.
E lì, quando c'è stata la presa d'atto, il dramma.
In questi anni di lavoro schiavizzato e ovviamente non pagato ho messo insieme più depressioni e crisi mistiche di un maniaco depressivo schizofrenico. Più volte ho pensato di cambiare, e giunta al momento in cui glielo comunicavo lei, da straordinaria sobillatrice qual è, mi guardava con gli occhioni da cocker (quelli grandi grandi, scuri e un po' acquosi) e mi diceva "ma no, ma lei non può rinunciare, lei è una delle mie studentesse più brillanti, lo so che questo tipo di lavoro è estenuante, ma lei ama quello che fa, vuole fare il dottorato, non deve mollare!"
In quel momento io andavo in sollucchero, mi emozionavo, e mi veniva anche voglia di abbracciarla.
E così accade ancora oggi, non so resistere alle sue lusinghe.
L'indomani quando la magia svanisce mi viene voglia di farla a pezzi con un machete.
E' un rapporto un po' così, odi et amo diceva Catullo.
E sticazzi!

Ormai ho rinunciato all'idea di essere in corso, quindi ho iniziato a fare mille lavoretti per continuare a mantenermi...e ogni sessione mi faccio una crisi isterica quando non mi fa consegnare!
Ma ora la svolta, un mese fa mi contatta per dirmi che ha fatto il mio nome per un progetto con conseguente pubblicazione. E adesso pare che a ottobre, finalmente!, questa avventura eterna che manco i viaggi di Ulisse, Gulliver e Magellano messi insieme, potrò consegnare questa maledetta tesi che nel frattempo ha raggiunto le 300 pagine.
Un volumetto tascabile diciamo. Leggera.
Come no.

L'altro giorno parlavo con mia madre dell'ipotesi di cambiare relatore durante la magistrale, varie idee, sogni a occhi aperti. Stamattina la fredda e crudele realtà mi si è abbattuta addosso: i corsi istituiti sono più o meno con tutti prof che ho già scartato, e poi c'è lei.
Quindi è altamente probabile che questo incubo avrà una part II, come tutti gli horror che si rispettino.
E se davvero farò il dottorato a Torino si prospetta un ulteriore sequel.

Io vado a suicidarmi.
In alternativa diventerò una wedding planner. Le spose isteriche rispetto a lei dovrebbero essere una passeggiata!

1 commento:

  1. dai però secondo me hai fatto un bel lavoro! Vedila così almeno ti sentirai soddisfatta dell'immenso lavoro che presenterai.. per la seconda parte scegli lei e mettila in riga.. dille la prima volta abbiamo fatto come volevi tu, ora si fa come dico IO! :D

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