giovedì 16 giugno 2011

Ciao, sono V e sono un alcolista!

Ieri aperitivo con amici.
Di quelli torinesi, che mangi fino a sfondarti alla modica (sticazzi) cifra di 9€. In effetti il locale scelto ieri era alquanto caro. Ha scelto il Demaius, il mio amico gayo, quindi c'era d'aspettarselo. Umpf!
Arrivo al locale con 5 minuti di ritardo, e infatti c'erano solo lui e un suo amico, tale V.
Un gran bel pezzo di figliolo, splendidi occhi azzurri. Giornalista.

Ho detto, cazzarola, dai che finalmente ci siamo!
Arrivano gli altri, mangiamo, beviamo, fumiamo, facciamo gossip, insomma le solite cose. Noto però che il bel V continua a bere in modo abbastanza incontrollato, ogni 5 minuti ha una nuova birra in mano.
Ok, ha un evidente problema con l'alcool.
Vabè, in qualche modo si potrà risolvere dai.

Dopo un po' ci spostiamo altrove e la mia amica prof (quella dell'allegra serata a ballare) mi si avvicina con fare circospetto, mi porta in un angolino e mi mette in guardia dal bel V perché oltre ad avere una evidente incapacità nel controllare l'abuso di alcool, è pure fascista. Di quelli che fanno il saluto romano quando vanno a casa della gente, come appunto è accaduto nell'appartamento di lei.

Quando si passa a parlare di età la situazione precipita: nato a luglio, quindi cancro.
Ora, qualcuno di voi potrà anche dirmi che è un segno zodiacale splendido, ma la mia ultima esperienza con uno del cancro è stata quella con l'aborto umano, il mio ex. Ecco, appunto.

Alchè mi dico: niente pazienza. Andato anche lui.
Un paio d'ore dopo, ore in cui io mi sono fatta allegramente i cavoli miei, malgrado lui cercasse di fare il simpaticone (e io me lo vedevo vestito come Mussolini), il caro V è palesemente sbronzo.
E inizia a fare inquietanti discorsi su mazze da baseball, funzioni corporali, ecc.
Insomma una roba tremenda.
Dopo aver agonizzato cercando il supporto morale di chiunque e implorando con occhi da cucciolo di foca un qualsiasi intervento divino, tra cui quello del proprietario del locale, lui lancia l'amo.
Mi chiede il numero.
Io faccio il morto a galla, col cazzo che abbocco! Tiè!
Lui sembra offeso, e poi mi dice "ok tanto lo posso chiedere a Demaius".

Ad ora nessun alcolista non tanto anonimo, fascistone e del cancro, con evidenti problemi di gestione della rabbia vista la mazza da baseball, si è fatto vivo. Forse il signore ha ascoltato le mie preghiere una volta tanto.

La mia non ricerca continua. Peccato che i miei corteggiatori si rivelino nell'arco di una serata casi clinici che posso chiaramente passare ad uno psichiatra.
Ecco il mio lavoro futuro: la cacciatrice di uomini con problemi psichiatrici per le cliniche.
Ora mi informo se pagano bene.

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